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Le costruzioni di montagna sono esposte a fenomeni meteorici estremi: neve, vento e gelo invernali ma anche un caldo intenso in estate sottopongono i sistemi costruttivi a stress di resistenza alle diverse azioni e sollecitazioni termiche da non sottovalutare.
La copertura rappresenta il primo elemento tipologico “di contrasto” agli eventi climatici: deve rispondere a fenomeni dinamici, anche molto diversi ed in contrasto tra loro, che mutano non solo nell’avvicendarsi delle stagioni ma nel corso della giornata, con escursioni termiche significative tra il giorno e la notte.
Ecco che il “pacchetto stratigrafico”, con tutti i suoi strati funzionali, deve rispondere adeguatamente a molteplici funzioni.
Lo sviluppo geometrico della copertura in montagna esprime già autonomamente la sua funzione principale: tendenzialmente realizzata in legno, per assecondare e valorizzare la natura dei luoghi e richiamarsi ai materiali naturalmente presenti nei dintorni, esprime il forte legame tra contesto paesaggistico e ruolo funzionale.
Il tetto montano è connotato dalla sua accentuata pendenza, che sottolinea ulteriormente quanto sopra riportato: la necessità di proteggersi in modo rapido ed efficace dalle intemperie - pioggia e neve soprattutto - implica obbligatoriamente di disporre di falde a grande pendenza.
I carichi della neve, talvolta permanente per lungo tempo, e l’azione del vento richiedono un dimensionamento attento della struttura principale.
E la listellatura secondaria deve consentire l’adeguato fissaggio del manto di copertura. Il tetto in montagna talvolta è articolato: sono infatti molto frequenti gli abbaini, anche di grandi dimensioni. E danno luogo a compluvi, displuvi e differenze di quota che rendono questi manufatti particolarmente piacevoli.
Continuando a rimanere in tema di estetica, oltre a quella definita dalla geometria e dai materiali propri della struttura, non risulta certamente meno importante il ruolo del manto di copertura.
Se un tempo, sempre nell’ottica di utilizzare quanto presente localmente, i tetti erano coperti da lastre di pietra, di estensione e spessore vario e/o da scandole in legno, oggi vi è la possibilità di utilizzare materiali differenti. Poiché il rischio di osservare un’infiltrazione causata dalle precipitazioni importanti è consistente, è consigliabile utilizzare elementi di piccolo formato. Le tegole sono facili da posare secondo metodi noti da secoli e consolidati e, in caso di “incidente”, consentono più rapidamente di smontare il tetto anche in piccole parti, di verificare la natura e l’entità del danno e di procedere con sostituzioni o rimontaggi in breve tempo e costo contenuto.
È possibile inoltre richiamarsi a formati diversi e materiali particolarmente indicati al clima: esistono, infatti tegole piane o dotate di ondulazioni più o meno accentuate, in grado di realizzare un ulteriore irrigidimento al corpo della tegola in considerazione dei carichi.
La tegola minerale in cemento realizza, inoltre, un ulteriore passo in avanti per ottenere un tetto efficace. Per sua natura il cemento è coeso e poco permeabile; assorbendo solo l’1 od il 2% di acqua ed è particolarmente indicato nei luoghi caratterizzati da cicli di gelo e disgelo ravvicinati ed intensi.
Anche il colore delle tegole è importante. Sono disponibili e particolarmente indicati, infatti, i colori scuri, come il testa di moro che riporta infatti alle nuance del legno, mentre varie tonalità di grigio (scuro, ardesia, granito ..) richiamano evidentemente la pietra locale. Vedremo di seguito, poi, che il colore scuro in montagna rappresenta un valore aggiunto anche in termini di comfort.
Proprio perché in montagna il freddo si fa sentire, il sistema stratigrafico della ristrutturazione del tetto va pensato e realizzato con grande cura.
Gli obiettivi sono molteplici:
Ecco che la scelta della tegola diventa determinante e va fatta sempre in relazione al clima ed alla geometria.
A pendenze elevate seguono necessariamente anche sistemi impermeabilizzanti adeguati, da individuare in funzione di pendenze e rapporti col manto. Ancora una volta, raccomandiamo la cura nella posa dei diversi prodotti e sistemi, specie in corrispondenza delle discontinuità (finestre da tetto, sfiati, comignoli, torrette…).
Un ultimo capitolo riguarda la sicurezza: non solo quella tipica del tetto in quanto luogo di lavoro e che quindi ci impone di posizionare dispositivi anticaduta che permettono ai tanti operatori della manutenzione (antennisti, impiantisti, soggetti legati alla cura ordinaria e straordinaria…) di agire in sicurezza. Ma anche quella sicurezza che ha a che fare con la stabilità del tetto, particolarmente cara ai proprietari degli edifici di montagna, magari localizzati nelle borgate e nei centri densamente abitati, e che consentirà loro di dormire sonni tranquilli grazie alla predisposizione di adeguati fissaggi di tutti gli elementi di copertura, e in particolare:
Ricordiamo che è importante affidarsi a professionisti del tetto, sia in fase progettuale sia esecutiva; questo consentirà di porre la dovuta attenzione a tutte le peculiarità sopra esposte, dando luogo a tetti duraturi ed efficienti.
Se hai bisogno di un sopralluogo o di un supporto tecnico per comprendere quale problema ha il tuo tetto, chiedi un intervento al tecnico più vicino a te.