Il manto di copertura: una scelta non solo estetica

Analizziamo insieme tutte le considerazioni da fare quando dobbiamo “coprire” un immobile
Manto di copertura
Condividi:

Due sono le funzioni principali di un manto di copertura: la protezione dagli agenti atmosferici e la sua caratterizzazione estetica, in coerenza con l’intero assetto formale della costruzione. La copertura costituisce la superficie più esposta a sole, pioggia, neve, vento e grandine: le scelte che sottendono alla sua individuazione devono indurci a definire una soluzione durevole e funzionale.
Il tetto, inoltre, incide profondamente sulla percezione estetica di un edificio e del contesto in cui è inserito.

Un buon progetto deve tradurre correttamente le esigenze della Committenza in termini funzionali, esecutivi e normativi. Il primo approccio, tuttavia, è di natura estetica:

  • geometria

  • forma dei materiali che realizzano il manto

  • colorazioni e finiture

  • prassi esecutive (ad esempio, se in una zona è consolidato il sistema alla piemontese, sarà necessario percepire i coppi con la relativa struttura lignea di sostegno anche in sporti e porticati, con conseguenti risultanze estetiche )

influenzano in modo significativo le scelte di un manto.

Tendenzialmente ci si muove all’interno di due ambiti:

  1. la tradizione del tetto italiano, di cui sono ammirevoli testimonianze la moltitudine di tetti che caratterizzano i nostri centri storici e le borgate più antiche, frutto dell’esperienza del costruire nei diversi contesti climatici

  2. la contemporaneità, ovvero la necessità di sottolineare l’oggi, con i suoi segni, le sue forme, i suoi prodotti.

Nel caso del tetto tradizionale ci si richiama a tipologie classiche: tetti a falde con inclinazioni conseguenti alla storicità del clima locale (più l’altitudine cresce, più ci si affida a tetti pendenti, che smaltiscono più facilmente l’acqua). Con forme definite da coppi o tegole ondulate, caratterizzate da cromie differenti, definite nel tempo in funzione della composizione della materia prima disponibile in loco.

Se il tetto è contemporaneo le pendenze si abbassano: si tende a rivolgersi alle coperture continue, magari coperte a verde o destinate a terrazza, o ad ampie monofalde a bassa inclinazione, concluse da tegole piane, essenziali, lineari, caratterizzate da colori più nuovi (varie tonalità di grigio, testa di moro…) o, infine, da sistemi decisamente alternativi (coperture metalliche, membrane sintetiche).

La scelta ricade all’interno di un ampio campo che vede come estremi l’inserimento armonico in un costruito consolidato e l’intenzionale desiderio di lasciare il segno dell’attualità, da sottolineare, ribadire e consolidare perché venga riconosciuta nel tempo come “l’oggi”.
All’interno di questo campo si apre un’infinità di scelte intermedie: forme, finiture, antichizzazioni, richiami estetici e materiali differenti riportano ad uno o all’altro estremo.

Navigazione veloce

Scelte funzionali

Il tetto non deve essere solo “bello”; deve funzionare e durare nel tempo: questo è l’assunto di base. 
Per valutarlo adeguatamente è necessario conoscere:

  • l’influenza delle condizioni geografiche e climatiche locali: altitudine, piovosità, gelività, ventosità, nevosità, sismicità e/o di altre caratteristiche locali peculiari: salinità, umidità, inquinamento 

  • le pendenze da attuare, che determinano scelte materiche e di fissaggio differenti dei prodotti

  • il condizionamento dettato dalle geometrie (contropendenze, intersezioni delle falde, ...) e dalla presenza di punti critici (discontinuità: comignoli, abbaini, finestre da tetto…)

  • l’interferenza reciproca tra il manto e il resto della stratigrafia del tetto, al fine di potenziare la funzionalità energetica, acustica, meccanica e di stabilità.

Questo sia ai fini della “protezione” del sistema (funzione che abbiamo visto essere precipua), sia di collaborazione all’efficienza energetica dell’involucro, sempre più rilevante.


La materia prima: un approccio verso la sostenibilità

Il materiale di cui è costituito un manto assume un ruolo di primo piano nella scelta di prodotti.
BMI propone:

  • manti in laterizio

  • manti a base cementizia

  • manti sintetici per coperture continue


Gli elementi in piccolo formato in cotto

Sono degni interpreti tanto della tradizione più netta (il classico coppo) quanto della modernità formale: il loro profilo si richiama al passato o si adatta all’oggi attraverso una materia classica e “calda”. 
Possono assumere:

  • forme tipicamente curvilinee o più lineari

  • colorazioni omogenee o imitative del trascorrere del tempo (antichizzazioni)

  • richiedere sistemi di posa tradizionali (l’orditura alla lombarda od alla piemontese) o semplificati (sistemi di aggancio ed incastro definiti per facilitare le operazioni di posa e stabilizzare il manto).

Il processo produttivo che li determina è più complesso, dovendo ricorrere alla cottura a temperature elevate (900°-1100°, a seconda della tecnologia).
Nell’ambito della sostenibilità l’elemento in cotto richiede un apporto energetico consistente: notevoli contributi e costi energetici nonchè l’utilizzo di impianti di cogenerazione integrativi che determinano sull’ambiente conseguenze più impattanti, in termini di emissione di CO2, polveri sottili, piogge acide, processi di eutrofizzazione. 

Sempre in termini di sostenibilità, la funzionalità del manto nella sua interazione con il resto della stratigrafia è determinante: se si creano infiltrazioni o se ristagna la condensa, la sua funzionalità impermeabilizzante e di protezione dell’isolamento viene meno, compromettendo comfort interno, stabilità del sistema e durabilità dei materiali.
In una parola: rendendo fragile e poco durevole la chiusura sommitale di un edificio, con tutte le conseguenze di natura economica, ambientale e sociale del caso. In certe condizioni climatiche, specie in relazione alla frequenza dei cicli di gelo e disgelo, il laterizio può risultare più delicato.
Questo aspetto deve essere noto nelle valutazioni preventive di un tetto, al fine di evitare costosi e complessi interventi di aggiustamento o sostituzione nel breve tempo (non sottovalutando, tuttavia, l’eventuale condizionamento da vincoli di natura paesaggistica o di tutela storico-architettonica). Un aspetto certamente positivo per l’ambiente è inoltre legato alla sua riciclabilità come materiale inerte in sottofondazioni e sottomurazioni a fine esercizio.

Le tegole a base cementizia

Reinterpretano la tradizione con forme pensate a migliorare la funzionalità del tetto e la posa del manto ma si spingono anche verso estetiche attuali e accattivanti. 
Le tegole in cemento possono:

  • essere caratterizzate da curvature più o meno accentuate ed ampie

  • suggerire forme differenti, in cui parti curve si affiancano a parti piane per facilitare il deflusso dell’acqua

  • essere decisamente contemporanee, grazie alle sagome piane, lineari e raffinate

  • avere colorazioni più varie, tipiche od attuali, con nuance che coinvolgono l’intero corpo della tegola e finiture che creano effetti estetici differenti

  • facilitare modalità e tempi di posa, richiedendo anche un numero inferiore di elementi al mq.

In generale le tegole minerali sono state pensate per perfezionare alcune caratteristiche tipiche degli elementi tradizionali: migliorano la stabilità e la funzionalità del manto ed aumentano la resistenza sia a livello meccanico, sia rispetto all’azione del gelo/disgelo (per via di una permeabilità decisamente inferiore della materia), rendendo questi prodotti adatti a qualunque contesto ma soprattutto a quello montano, più soggetto a rischi. 
Il processo produttivo è decisamente più semplice: la matrice cementizia non richiede una cottura ma un tempo di maturazione a freddo (i 28 giorni, circa, del cls).
Sotto il profilo della sostenibilità gli impatti ambientali risultano più contenuti, specie rispetto al minor consumo di CO2. Il fatto di determinare un prodotto stabile che non teme infiltrazioni comporta una funzionalità e durabilità del sistema maggiore: anche l’assenza di interventi di manutenzione pesante e rimozione con sostituzione è una condizione a favore dell’ambiente.
Si ricorda, inoltre, che le tegole cementizie a fine vita possono essere reimpiegate anch’esse come inerti in edilizia oppure essere reimmesse  nel ciclo di produzione del calcestruzzo.

Galleria fotografica dei manti di copertura

BMI ed i suoi manti di copertura

BMI produce un’ampia gamma di prodotti per il manto a base sia laterizia, sia cementizia. Navigando sul sito è possibile confrontarsi con tutti i materiali che si propongono.
BMI pone una grande attenzione anche nei confronti dei pezzi speciali: quei prodotti che completano il manto e risolvono i nodi più critici del tetto, nel rispetto delle indicazioni normative:

  • linee di gronda e di colmo

  • soluzioni per compluvi e displuvi

  • tegole di aerazione e soluzioni paraneve

  • sistemi di fissaggio

  • soluzioni per discontinuità: torrette, comignoli e sfiati

  • prodotti di raccordo (collari, guarnizioni…).

Come precedentemente indicato, tutti i prodotti di BMI WIERER (tegole a base di cemento), BMI BRAAS (coppi e tegole in laterizio) e BMI ICOPAL (sistemi per coperture piane) si richiamano - sia relativamente alla loro produzione, sia in relazione alle caratteristiche meccaniche e fisiche, di dimensionamento e distribuzione, quantificazione e posa in opera - alle normative UNI
L’azienda certifica la bontà del materiale fornendo garanzie di prodotto e di sistema:

  • 30 anni per le tegole e i coppi di BMI BRAAS 

  • 30 anni per le tegole BMI WIERER (ad eccezione di un prodotto specifico, il Coppo del Borgo, coperto da 50 anni di garanzia)

  • 15 anni di garanzia di sistema BMI WIERER.

Se vuoi individuare una copertura bella ed efficiente, BMI EXPERT ti supporta progettualmente e gratuitamente nella sua definizione, accompagnandoti a definire la soluzione migliore per ogni tuo progetto. Scrivi a bmiexpert.it@bmigroup.com ed un tecnico risponderà ad ogni tuo quesito.

Se invece vuoi approfondire ulteriormente le argomentazioni qui riportate, ti invitiamo a seguire il Webinar di EDICOM EDIZIONI “Coperture a falda: tra tradizione e modernità" tenuto da Luciano Capoferri di BMI Italia, nella giornata di mercoledì 23 settembre 2020 dalle ore 17 alle 18.

Condividi: