Una casa nell'Alto Monferrato

Un progetto che rappresenta “l’iter costruttivo ideale”, frutto della collaborazione attiva tra una committenza consapevole, progettisti, maestranze qualificate e, non ultimo, una comunità avvolgente.
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BMI Wierer una realizzazione Coppo Domus nelle Langhe
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Come nasce il progetto

In una grigia giornata di novembre abbiamo incontrato sulle colline alessandrine, ai margini della Liguria e a pochi km da Acqui Terme, il progettista dell’intervento, l’arch. Giuliano Gianuzzi di AG Architettura di Asti, una struttura che negli ultimi anni si è specializzata nella progettazione di abitazioni per stranieri, fornendo loro un servizio a 360°: dalla ricerca del luogo, alla valutazione della fattibilità, alla pianificazione dell’intervento, alla selezione di fornitori ed esecutori, fino alla gestione a distanza ed alla manutenzione dell’edificio una volta abitato (servizi di pulizia, di sicurezza…). L’attività è cresciuta nel tempo perché gli stranieri utilizzano prioritariamente il meccanismo del “passaparola”: ecco così che amici di un collega di un collega, dopo aver fatto una vacanza in zona, hanno deciso di crearsi un proprio rifugio discreto.

Le esigenze sono semplici: le popolazioni nordiche amano i luoghi riservati, i paesaggi tipici, i materiali locali, il cibo e la possibilità di andare in bicicletta. In alcuni ambiti territoriali, pertanto, il mercato dedicato agli stranieri è molto cresciuto, dando luogo ad investimenti che per loro risultano essere convenienti e decisamente piacevoli.

Lo Studio AG, insieme all’Impresa 2G srl di Gianmaria Mattia Sardella, hanno individuato un luogo bellissimo che si affaccia su una vallata selvaggia ed aperta. Quello che si percepisce, nonostante le nuvole basse, è l’unicità del posto, in cui - come ha sottolineato l’architetto - i colori autunnali, la luce che d’estate tramonta sulla pietra tolgono il respiro; la ripidità dei pendii fa sì che ci si trovi immersi nel paesaggio nonostante si sia lontano da tutto. Sensazioni che sono difficili da riprodurre.

In sito era presente un rudere, la cui volumetria è stata utilizzata ed ampliata per realizzare una nuova villa di gran fascino.

L’architetto racconta la piacevolezza dell’intero iter edificatorio, sottolineando i risvolti umani: i proprietari si sono completamente affidati ai progettisti mantenendo tuttavia il controllo attento e preciso su ogni attività. La Committenza è intervenuta in ogni aspetto di progetto con consapevolezza, preparazione e organizzazione puntuale. La distanza comportava necessariamente un briefing settimanale da remoto ed una puntata sul posto a cadenza mensile. Il coinvolgimento è stato totale ed estremamente proficuo ed arricchente ed ha portato anche a stabilire dei rapporti sinceri e il desiderio di farsi parte della comunità locale: la famiglia, composta da due adulti con i loro tre figli, a poco a poco è entrata in sintonia con la popolazione, nel tentativo di integrarsi con discrezione e in punta di piedi. Ecco così che i residenti si sono incuriositi al cantiere, arrivando a “fare gite” per vedere l’andamento dei lavori, a vigilare sul luogo ed infine a scambiare i prodotti locali e ad insegnare i segreti della cucina tipica. Il progettista sottolinea anche l'efficiente collaborazione con gli Enti locali.


Le esigenze da assecondare


L’impostazione formale dell’abitazione nasce da un principio di base: quello di delineare una casa moderna, senza orpelli, essenziale, da “riscaldare” con i materiali locali, da lavorarsi artigianalmente.

Innanzitutto la Pietra di Langa, materiale molto amato in zona: con essa sono stati realizzati tutti i rivestimenti, nel rispetto della tradizione ancora visibile in loco. L’operazione è stata semplice, perché è stato possibile utilizzare molta pietra di recupero derivante dall’edificio originariamente presente, poi demolito in quanto in condizioni precarie. La parte mancante affiorava semplicemente dal terreno circostante ed è stata lavorata a spacco da un artigiano locale.

Han trovato posto, poi, il legno ed il ferro - sempre trattati da maestranze artigiane - per conferire calore al gusto nordico. Grande attenzione è poi stata attribuita ai colori: quelli della natura, della terra, della vegetazione. Un amore per il paesaggio che si è tradotto anche in un progetto molto accurato del giardino, in cui la Committenza stessa è intervenuta nello scegliere le salvie, le lavande, le erbe officinali, fino ad arrivare a denominare il posto “la casa del timo selvatico”.

Tutto ciò che abbiamo osservato è stato meticolosamente pensato. L’interno è allestito con arredi su misura. Anche gli spazi esterni denotano una grande cura e gusti raffinati, visibili nel sistema di illuminazione, nella piscina a sfioro che si sporge sulla vallata, negli spazi ricreativi dove trovano luogo elementi contemporanei fatti su misura da un artigiano torinese: il barbecue e il tavolo da ping pong, pezzi unici in cemento di ottimo gusto contemporaneo. Molti spazi sono dedicati allo sport ed al wellness: un campetto da calcetto, un campo da bocce, uno spazio attrezzato per la ginnastica. Anche l’aspetto illuminotecnico è stato profondamente curato e ha comportato un progetto specifico.

Casa nell'Alto Monferrato per una famiglia danese

Le scelte costruttive e la copertura dalle forme tradizionali

Le scelte costruttive e la copertura dalle forme tradizionali

La nuova abitazione ha una conformazione a “L” e poggia su un suolo stabile, caratterizzato da roccia posta a 90 cm di profondità; aspetto, questo, che ha consentito di non realizzare fondazioni che si spingono in profondità ad eccezione di una piccola zona che ha necessitato di palificate.
Le murature sono state realizzate in termolaterizio con un muro interno da 20 cm, cassavuota di 12 cm di eps, un’ulteriore tramezza in laterizio da 12 cm a cui è stato addossato il rivestimento lapideo realizzato a secco, con grande sapienza artigiana.

L’intero involucro è stato progettato nel rispetto delle considerazioni sopra descritte in termini di gusto e di filosofia di progetto, ma anche raffrontandosi alle condizioni climatiche estreme della zona, tanto è vero che sono state osservate rigidamente le norme vigenti oltre che il protocollo ITACA, uno strumento di valutazione del livello di sensibilità energetica ed ambientale degli edifici, in uso nella Regione Piemonte.
Il Protocollo permette di ottimizzare alcuni parametri (ad esempio volumetrici e dimensionali), qualora vengano soddisfatti alcuni parametri relativi a:

  • consumo

  • efficienza energetica

  • impatto sull’ambiente

  • impatto sulla salute dell’uomo

Per questo le scelte su componenti quali i serramenti, gli isolamenti, gli impianti, si sono rifatti a prestazioni energetiche particolarmente elevate.
Sempre per questo ci si è affidati ai sistemi più attuali: elementi riscaldanti a pavimento, pompa di calore e caldaia in appoggio, trattamento estivo dell’aria, fotovoltaico, VMC (quest’ultima specificamente suggerita per evitare problemi di condensa in un edificio tanto ermetico, nonostante una certa perplessità dei proprietari che non la “subiscono” nei loro contesti climatici, ma che ne hanno compreso l’utilità).

Il tetto presenta una struttura in legno lamellare lavorata sugli spigoli esterni, al fine di ridurre l’impatto della lavorazione industriale ed avvicinarsi a forme più naturali; copre luoghi che si sviluppano a tutta altezza, permettendo la percezione dell’inclinazione delle falde. Puntoni e capriate sostengono il manto. La stratigrafia del sistema tetto contempla, chiaramente, la possibilità di realizzare il massimo comfort indoor e osserva le normative più recenti in termini energetici.

Il manto non doveva sottostare a prescrizioni particolari: la Committenza, coerentemente al suo pensiero di fondo, desiderava un elemento che si richiamasse alla tradizione. Il suggerimento di Coppo Domus andaluso di BMI Wierer è arrivato dall’impresa, che ben conosceva il prodotto e le sue peculiarità ideali per il sistema tetto scelto:

  • richiamo alle forme tradizionali

  • bellissimi colori e suggestioni antichizzate

  • disponibilità di tutti i pezzi speciali coordinati

  • necessità di un’orditura contenuta

  • pochi pezzi al mq, che si traduce in leggerezza

  • facilità di posa

  • stabilità

  • basso rischio di infiltrazione

  • manutenzione contenuta

  • garanzia di 30 anni

La forma caratteristica e le modalità di posa proprie di questa tegola hanno permesso di “bypassare” l’utilizzo del coppo classico, che necessita di una tecnica di posa più complessa e si espone ad un maggior rischio di instabilità, data la ventosità locale. Il coppo, inoltre, necessita di monitoraggi costanti: l’assenza per lungo tempo dei suoi ospiti, potrebbe esporre l’abitazione a rischi di infiltrazioni con conseguenti danni. Coppo Domus ha rassicurato i suoi utenti.

Che a loro volta sono certamente stati rassicurati anche dalle grandi competenze che sono intervenute – in termini progettuali ed esecutivi – che permetteranno loro di godere appieno di questa casa e del paesaggio che la circonda.

Realizzazione ristrutturazione tetto a falda langa

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