Tegole in laterizio "ecologiche"

L'attenzione per l'ambiente di BMI Italia
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Tegole in laterizio "ecologiche": l'attenzione per l'ambiente di BMI Italia
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Dall'argilla alla tegola: come è nata l'attività estrattiva

Sono le Regioni italiane a stabilire territorialmente le normative in fatto di attività minerarie, attraverso leggi e norme di attuazione precise.
L’attività richiede innanzitutto la presentazione di una documentazione copiosa al fine di ottenere il rilascio dell’autorizzazione per l’attività di ricerca dei materiali di cava o per l’ampliamento degli ambiti di estrazione già esistenti.
Oltre agli aspetti più squisitamente legati a chi conduce l’attività, con essa si devono definire:

  • il piano di coltivazione con la relativa quantificazione dei volumi;

  • la durata delle attività;

  • il progetto delle misure stabilite ai fini della sicurezza

  • la valutazione dell’impatto ambientale

  • il preventivo programma di recupero della cava dismessa.

Il tutto è accompagnato da elaborati tecnici specifici e da approfonditi studi geominerari al fine di valutare la compatibilità geomorfologica, idrogeologica ed idraulica.

Il legislatore sottolinea sostanzialmente la necessità di perseguire con la stessa attenzione la fase di escavazione, di riassetto e di recupero ambientale, tutte egualmente importanti.

Le cave di BMI Italia

L’estrazione delle argille di BMI

Le cave di BMI, site a Ceprano (FR) e a Castelletto di Branduzzo (PV) laddove la qualità delle argille è tale da permettere una produzione di alta qualità dei suoi prodotti, sono poste in vicinanza degli stabilimenti produttivi per ridurre al minimo i trasferimenti e ridurre l’impatto ambientale che determinano.

L’operazione di estrazione avviene mediante lievi asporti di suolo e modesti abbassamenti del piano campagna, secondo lotti preventivamente definiti.

Presso gli stabilimenti viene ricreato un monte argilla, adeguatamente protetto, che deve maturare almeno per un periodo di un anno al fine di raggiungere le caratteristiche richieste ai fini produttivi.

Le quantità di argilla necessarie vengono estratte in verticale per una profondità di circa 40 cm e vengono contestualmente ripianate al fine di ripristinare quell’omogeneità e compattezza che è propria del materiale. Ogni strato estratto viene sottoposto ad accurate analisi e campionamenti per conoscere esattamente le caratteristiche ed i comportamenti ed evitare di avere brutte sorprese durante e/o al termine della produzione.

Quali caratteristiche devono avere le argille per le tegole?

L’attività estrattiva autorizzata deve avvenire ad impatto ambientale zero: al suo termine deve essere ricostruito il contesto agrario (o di altra natura) precedentemente esistente, secondo precise modalità, in modo che eventuali effetti negativi di questa attività non ricadano sulle generazioni future.

Le operazioni di restituzione all’ambiente

Le operazioni di restituzione all’ambiente


L’iter autorizzativo deve necessariamente prevedere uno studio di recupero ambientale che ha lo scopo di prevedere e programmare l’insieme degli interventi finalizzati alla ricomposizione di un assetto topografico, geomorfologico, idraulico e vegetazionale al termine della coltivazione tale da accogliere le destinazioni e gli usi preesistenti e previsti dalla pianificazione territoriale vigente, in coerenza con le condizioni al contorno. Questi interventi devono normalmente privilegiare le tecniche di ingegneria naturalistica ed indicare le specie vegetali da impiegare, fornendo un programma cronologico delle operazioni, le modalità di attuazione per lotti e un piano di manutenzione dell’assetto vegetazionale.

Devono essere approfonditi tutti gli aspetti paesaggistici e territoriali, ecologici, colturali, agronomici, botanici e faunistici, di regimazione delle acque, di apporto esterno attraverso sistemi di irrigazioni di soccorso nonchè le tipologie di intervento agroforestale.

Si devono mettere in atto le misure e le azioni di minimizzazione degli effetti causati dall’attività estrattiva a breve, medio e lungo termine con programmazione della manutenzione del verde almeno per dieci anni dal termine delle attività di coltivazione.

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