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Due sono le funzioni principali di un manto di copertura: la protezione dagli agenti atmosferici e la sua caratterizzazione estetica, in coerenza con l’intero assetto formale della costruzione. La copertura costituisce la superficie più esposta a sole, pioggia, neve, vento e grandine: le scelte che sottendono alla sua individuazione devono indurci a definire una soluzione durevole e funzionale.
Il tetto, inoltre, incide profondamente sulla percezione estetica di un edificio e del contesto in cui è inserito.
Un buon progetto deve tradurre correttamente le esigenze della Committenza in termini funzionali, esecutivi e normativi. Il primo approccio, tuttavia, è di natura estetica:
influenzano in modo significativo le scelte di un manto.
Tendenzialmente ci si muove all’interno di due ambiti:
Nel caso del tetto tradizionale ci si richiama a tipologie classiche: tetti a falde con inclinazioni conseguenti alla storicità del clima locale (più l’altitudine cresce, più ci si affida a tetti pendenti, che smaltiscono più facilmente l’acqua). Con forme definite da coppi o tegole ondulate, caratterizzate da cromie differenti, definite nel tempo in funzione della composizione della materia prima disponibile in loco.
Se il tetto è contemporaneo le pendenze si abbassano: si tende a rivolgersi alle coperture continue, magari coperte a verde o destinate a terrazza, o ad ampie monofalde a bassa inclinazione, concluse da tegole piane, essenziali, lineari, caratterizzate da colori più nuovi (varie tonalità di grigio, testa di moro…) o, infine, da sistemi decisamente alternativi (coperture metalliche, membrane sintetiche).
La scelta ricade all’interno di un ampio campo che vede come estremi l’inserimento armonico in un costruito consolidato e l’intenzionale desiderio di lasciare il segno dell’attualità, da sottolineare, ribadire e consolidare perché venga riconosciuta nel tempo come “l’oggi”.
All’interno di questo campo si apre un’infinità di scelte intermedie: forme, finiture, antichizzazioni, richiami estetici e materiali differenti riportano ad uno o all’altro estremo.
Il tetto non deve essere solo “bello”; deve funzionare e durare nel tempo: questo è l’assunto di base.
Per valutarlo adeguatamente è necessario conoscere:
Questo sia ai fini della “protezione” del sistema (funzione che abbiamo visto essere precipua), sia di collaborazione all’efficienza energetica dell’involucro, sempre più rilevante.
Il materiale di cui è costituito un manto assume un ruolo di primo piano nella scelta di prodotti.
BMI propone:
Sono degni interpreti tanto della tradizione più netta (il classico coppo) quanto della modernità formale: il loro profilo si richiama al passato o si adatta all’oggi attraverso una materia classica e “calda”.
Possono assumere:
Il processo produttivo che li determina è più complesso, dovendo ricorrere alla cottura a temperature elevate (900°-1100°, a seconda della tecnologia).
Nell’ambito della sostenibilità l’elemento in cotto richiede un apporto energetico consistente: notevoli contributi e costi energetici nonchè l’utilizzo di impianti di cogenerazione integrativi che determinano sull’ambiente conseguenze più impattanti, in termini di emissione di CO2, polveri sottili, piogge acide, processi di eutrofizzazione.
Sempre in termini di sostenibilità, la funzionalità del manto nella sua interazione con il resto della stratigrafia è determinante: se si creano infiltrazioni o se ristagna la condensa, la sua funzionalità impermeabilizzante e di protezione dell’isolamento viene meno, compromettendo comfort interno, stabilità del sistema e durabilità dei materiali.
In una parola: rendendo fragile e poco durevole la chiusura sommitale di un edificio, con tutte le conseguenze di natura economica, ambientale e sociale del caso. In certe condizioni climatiche, specie in relazione alla frequenza dei cicli di gelo e disgelo, il laterizio può risultare più delicato.
Questo aspetto deve essere noto nelle valutazioni preventive di un tetto, al fine di evitare costosi e complessi interventi di aggiustamento o sostituzione nel breve tempo (non sottovalutando, tuttavia, l’eventuale condizionamento da vincoli di natura paesaggistica o di tutela storico-architettonica). Un aspetto certamente positivo per l’ambiente è inoltre legato alla sua riciclabilità come materiale inerte in sottofondazioni e sottomurazioni a fine esercizio.
Reinterpretano la tradizione con forme pensate a migliorare la funzionalità del tetto e la posa del manto ma si spingono anche verso estetiche attuali e accattivanti.
Le tegole in cemento possono:
In generale le tegole minerali sono state pensate per perfezionare alcune caratteristiche tipiche degli elementi tradizionali: migliorano la stabilità e la funzionalità del manto ed aumentano la resistenza sia a livello meccanico, sia rispetto all’azione del gelo/disgelo (per via di una permeabilità decisamente inferiore della materia), rendendo questi prodotti adatti a qualunque contesto ma soprattutto a quello montano, più soggetto a rischi.
Il processo produttivo è decisamente più semplice: la matrice cementizia non richiede una cottura ma un tempo di maturazione a freddo (i 28 giorni, circa, del cls).
Sotto il profilo della sostenibilità gli impatti ambientali risultano più contenuti, specie rispetto al minor consumo di CO2. Il fatto di determinare un prodotto stabile che non teme infiltrazioni comporta una funzionalità e durabilità del sistema maggiore: anche l’assenza di interventi di manutenzione pesante e rimozione con sostituzione è una condizione a favore dell’ambiente.
Si ricorda, inoltre, che le tegole cementizie a fine vita possono essere reimpiegate anch’esse come inerti in edilizia oppure essere reimmesse nel ciclo di produzione del calcestruzzo.
BMI produce un’ampia gamma di prodotti per il manto a base sia laterizia, sia cementizia. Navigando sul sito è possibile confrontarsi con tutti i materiali che si propongono.
BMI pone una grande attenzione anche nei confronti dei pezzi speciali: quei prodotti che completano il manto e risolvono i nodi più critici del tetto, nel rispetto delle indicazioni normative:
Come precedentemente indicato, tutti i prodotti di BMI WIERER (tegole a base di cemento), BMI BRAAS (coppi e tegole in laterizio) e BMI ICOPAL (sistemi per coperture piane) si richiamano - sia relativamente alla loro produzione, sia in relazione alle caratteristiche meccaniche e fisiche, di dimensionamento e distribuzione, quantificazione e posa in opera - alle normative UNI.
L’azienda certifica la bontà del materiale fornendo garanzie di prodotto e di sistema:
Se vuoi individuare una copertura bella ed efficiente, BMI EXPERT ti supporta progettualmente e gratuitamente nella sua definizione, accompagnandoti a definire la soluzione migliore per ogni tuo progetto. Scrivi a bmiexpert.it@bmigroup.com ed un tecnico risponderà ad ogni tuo quesito.
Se invece vuoi approfondire ulteriormente le argomentazioni qui riportate, ti invitiamo a seguire il Webinar di EDICOM EDIZIONI “Coperture a falda: tra tradizione e modernità" tenuto da Luciano Capoferri di BMI Italia, nella giornata di mercoledì 23 settembre 2020 dalle ore 17 alle 18.