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Ritorno alla naturalità e sostenibilità sono concetti sempre più comuni nel nostro linguaggio ma vi sono ambiti, come quello dell’edilizia, in cui è difficile “sganciarsi” dai “sistemi tradizionali”, ben noti e ritenuti affidabili e sicuri. Sempre di più, tuttavia, è possibile imbattersi in tecnologie decisamente performanti – come richiedono le esigenze culturali e normative più attuali – ed osservare che talvolta esse sono fortemente legate alla natura e affondano le loro radici in tempi lontani.
L’introduzione delle case realizzate in balle di paglia si riconduce al periodo della conquista del west nell’America settentrionale: le immense praterie del Nebraska ben si prestavano alle produttive coltivazioni di grano ma non rifornivano i coloni dei materiali con cui essi costruivano, da sempre, le proprie abitazioni: il legno e la pietra. Se in un primo tempo si affidarono a mattoni misti di torba ed erba, con l’invenzione della prima imballatrice - nella seconda metà dell’Ottocento - iniziarono a utilizzare gli scarti della loro agricoltura, realizzando manufatti che videro la loro maggiore diffusione intorno al 1915-1930, con costruzioni ancora oggi visibili.
Nel 1920 a Montargis, in Francia, è stata realizzata Maison Feuillette, prototipo di residenza del periodo della ricostruzione del primo dopoguerra, acquistata nel 2013 dal RFCP (rete di costruzioni edili francese) per preservarla come patrimonio di rilevanza storica e simbolo della durata delle costruzioni in paglia.
Con la seconda guerra mondiale e il grande sviluppo dell’industria del cemento la tecnologia in paglia ha subìto una battuta d’arresto, per essere poi riscoperta negli anni Settanta, quando alcuni studiosi ne valutarono, con ricerche mirate, vantaggi e svantaggi, individuando un vero e proprio metodo costruttivo.
Dal 1995 in poi si è assistito ad un impiego sempre più ampio di questa tecnologia, che ha determinato la nascita di normative specifiche in diversi paesi.
Ad oggi è generalmente autorizzato l’impiego di balle di fieno per la realizzazione di tamponamenti; negli Stati Uniti è altresì permessa l’edificazione di abitazioni in muratura in balle portanti fino ad un’altezza di due piani, secondo quella che è nota come Tecnica Nebraska.
La paglia, ultimo prodotto nella coltivazione di graminacee, può derivare da coltivazioni diverse: grano, vari cereali come avena, orzo, riso, farro e segale. Normalmente si utilizzano le varietà più stabili.
La paglia è un ottimo materiale da costruzione poiché:
Ai fini energetici:
Ai fini acustici:
Alcuni accorgimenti:
Dalla paglia, intesa come elemento costruttivo di base, sono scaturite nel tempo alcune varianti metodologiche di edificazione.
Tra queste citiamo la tipologia mista legno e paglia: una costruzione interamente realizzata in materiali naturali, ove la paglia realizza tanto il materiale da costruzione primario quanto l’elemento isolante.
Un altro aspetto interessante è dato dalla possibilità di utilizzare balle di dimensioni variabili, in funzione delle esigenze specifiche, consentendo così una totale libertà di progettazione.
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Lorenza e Maurizio, i proprietari di questa casa in legno e paglia, raccontano con grande entusiasmo le loro scelte.
Amanti della natura, della libertà e del comfort inteso nel senso più ampio possibile vivono nella campagna pavese, perché i genitori di lei hanno un’azienda agricola da 4 generazioni proprio a fianco. Lui, invece, possiede un’impresa di scavi e movimento terra. Questa è la terra che entrambi conoscono ed amano e per questo desideravano una nuova casa di campagna che fosse naturale, sana ed accogliente.
Da subito si sono orientati verso sistemi di edificazione sostenibile, pensando dapprima ad una casa in legno. Poi, per quei casi fortuiti della vita, si sono poi imbattuti nella pubblicità di uno Studio di progettazione locale - MCB Progetti, del geom. Filippo Chiesa e Lorenzo Maggi - che proponeva la tipologia in paglia e legno: la tipologia giusta, in grado di soddisfare la loro curiosità ed il desiderio di affidarsi a un sistema atipico per la zona. Una scelta che in alcuni, parenti e conoscenti, ha ispirato diffidenza e resistenza ma che ha trovato, man mano che il cantiere procedeva, molti sostenitori, facendoli sentire, come dice Lorenza, “dei pionieri”.
La casa è stata realizzata su una lieve altura, sia per dominare un poco più dall’alto il territorio pianeggiante circostante, sia per godere di una maggiore ventilazione, sia per scongiurare eventuali rischi di esondazione del Po che scorre nelle vicinanze.
La costruzione poggia su una platea di fondazione al di sotto della quale è stato realizzato un vespaio in ghiaia: in caso di situazioni particolarmente critiche è bene, invece, utilizzare il vetro cellulare. Questa sorta di vasca è stata impermeabilizzata con grande cura mediante guaine - unici elementi sintetici della costruzione - al fine di impedire qualunque contatto con l’acqua presente nel suolo.
Già l’isolamento a terra del primo solaio di calpestio consiste in uno strato di balle di paglia di grano prodotte dagli agricoltori locali. Su questo è stato gettato uno strato di calcestruzzo rinforzato con rete elettrosaldata; queste sono le uniche opere legate ad un’edificazione “tradizionale”.
Una cordolatura perimetrale realizza il basamento a terra dei montanti in legno lamellare di abete che definiscono l’intera ossatura portante dell’edificio. Posti ad un interasse di 90 cm, questi piantoni verticali rappresentano il sostegno delle murature e innalzano, a salire, la correa orizzontale a sostegno della copertura.
nucleo centrale delle murature perimetrali è pertanto caratterizzato dall’intelaiatura in legno lamellare e dalle balle in paglia, dello spessore “standard” di 37 cm. Questo nucleo naturale e vegetale è rivestito da un assito in legno da 2,5-4 cm avente la funzione di mantenere lo scambio igrometrico tra interno ed esterno ed evitare accumuli di umidità insalubre indoor, la cui formazione potrebbe compromettere la stabilità del sistema.
Un ulteriore strato di intonaco in biocalce traspirante permette al muro di respirare e mantenersi asciutto.
L’intera muratura ha una sezione pari a 48 cm, con una trasmittanza interna da casa passiva: 0,13 W/mq K.
La struttura lignea modulare permette di intervenire in corso d’opera con varianti: se cambiano le esigenze, basta rimodulare l’interesse dei montanti, aspetto da non sottovalutare.
L’interno, con una superficie calpestabile di 120 mq che si sviluppa su un comodo unico piano, è fatto di open space e locali a tutta altezza: la bellezza della geometria del tetto si percepisce anche dall’interno. Un ampio portico, caratterizzato da una moderna capriata lignea, consente di traslare la vita domestica verso l’amata campagna.
L’obiettivo era tutelare l’ambiente, non produrre emissioni, contenere le bollette ed i consumi.
In termini di sostenibilità generale, pertanto si può osservare che:
Lorenza e Maurizio si trovano a vivere in una casa sostenibile e certificata, strutturalmente antisismica e ignifuga (grazie all’assenza di ossigeno in ogni suo elemento di involucro). L’interno è caratterizzato da un grado di comfort elevatissimo: nell’estate, quando il caldo colpisce in particolar modo la pianura Padana, gli ambienti sono risultati freschi e vivibili.
Il processo di costruzione ha richiesto costi e tempi di posa ridotti (5 mesi dall’inizio del cantiere) e, altro aspetto non di poco conto, a rischio pressoché nullo di infortuni in cantiere.
In armonia con le scelte strutturali, anche la copertura presenta una struttura classica in legno con:
La tegola è stata scelta perché rispondeva esattamente alle esigenze estetiche dei Committenti, in termini di forma e colore: rappresenta la soluzione più simile alla tradizione locale.
La stessa impresa costruttrice, Costruzioni Cesario di Canneto Pavese, ha fortemente sostenuto questa selezione, ritenendo la tegola in cemento un elemento di copertura particolarmente robusto e durevole.
Tutto il materiale realizzante il tetto è naturale ma c’è di più: la tegola Coppo del Borgo è sostenibile poiché la sua matrice in calcestruzzo, in fase di produzione, determina impatti ambientali ridotti. La resistenza della tegola non è data da una cottura a temperature elevate ma dal tempo classico di maturazione a freddo del calcestruzzo.
Ciò comporta in termini di sostenibilità:
Le costruzioni in paglia realizzate in Europa sono ancora troppo poco recenti per poter misurarne il funzionamento e la durata nel tempo.
Tuttavia la prima casa in paglia negli Stati Uniti ha più di 130 anni. La paglia non è un materiale poco durevole ma sono necessari alcuni accorgimenti importanti:
Per questo è bene rivolgersi a personale specializzato che pianifichi e realizzi a regola d’arte queste costruzioni oltre che un programma di manutenzione e revisione periodica poiché la paglia è sicura da lavorare e facile da riparare.