Come intervenire nel rifacimento del tetto in legno in contesti montani

Un esempio di manutenzione straordinaria svolta su un’abitazione localizzata in montagna: dalla sostituzione del manto alla progettazione di un miglioramento della risposta energetica della copertura fruendo di uno dei tanti Bonus fiscali messi a disposizione dallo Stato. Ecco quali sono i principali aspetti da valutare e risolvere.
Rifacimento tetto casa di montagna a  Toceno
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Rifare un tetto in legno in montagna: attenzione ad estetica e funzionalità

Come è noto ogni contesto ha una sua caratterizzazione tipologica e materica: nei lunghi tempi della storia si sono consolidati materiali e sistemi costruttivi da tutelare, valorizzare e riproporre, specie quando si operi in edifici ubicati nei centri storici o nelle borgate.

Questo vale anche nelle vallate vigezzine, poste nel Verbano Cusio Ossola a due passi dalla Svizzera, ove gli edifici di più antica edificazione sono sormontati da bellissimi tetti in legno e piode: elementi in pietra di piccolo formato (30x40 cm), spessore di circa 4 cm, che si sormontano a tal punto da realizzare una copertura pressoché autoportante.  Tuttavia nelle zone più recenti del concentrico sono ammesse coperture differenti, più semplici e meno costose da realizzare rispetto a quelle tradizionali. E’ questo il caso del tetto realizzato dall’Impresa Barbieri Lorenzo di Toceno (VB) sul versante della montagna, ove le normative locali hanno lasciato una maggiore libertà nella selezione del manto, ponendo - come unico vincolo – quello di affidarsi ad una colorazione scura, che si avvicini al colore del materiale lapideo.

Oltre alle questioni formali debbono in genere essere risolte altre esigenze funzionali:

  1. la risposta statica, che deve rispondere alla normativa attuale;

  2. maggiori performance energetiche rispettose delle relative prescrizioni;

  3. il contenimento delle spese e la riduzione degli sprechi;

  4. la necessità di definire un contesto “sicuro”, tanto in quota - quando il tetto diventa un luogo di lavoro - quanto alla base dell’edificio, in considerazione della mole di neve che un tetto può arrivare a reggere in certi momenti dell’anno e la sua propensione a scivolare;

  5. la durevolezza e la sostenibilità del manufatto.

REFERENZE

Intervento// Rifacimento tetto in legno
Impresa// BMI Roof Pro
Impresa Barbieri Lorenzo
16, Via Per Arvogno
28858 Toceno (VB)

Materiali Tetto a Falda// BMI Cosmofin GG+


Il tetto rifatto visto dall'alto

La copertura esistente e le necessità di una sua sostituzione

L'edificio di cui ci occupiamo è stato realizzato negli anni ’70. La sua copertura, interamente in legno nella sua conformazione statica, necessitava di una revisione rilevante, poiché:

  • degradata a causa dell’azione dei tarli e del tempo;

  • priva di isolamento: il sottotetto infatti, disabitato, aveva visto una trentina di anni fa l’inserimento di uno strato coibente sull’estradosso dell’ultimo solaio piano.

Risultava pertanto necessario, dopo 50 anni, ripensare l’intero corpo di copertura, secondo un sistema che impone uno stretto confronto con le caratteristiche climatiche locali.
Altitudine, carichi statici, vento, neve e gelo ma anche un irraggiamento estivo impattante sono tutti aspetti da considerare attentamente, dai quali derivare scelte progettuali mirate.

L’aspetto più rilevante ha certamente riguardato la realizzazione ex novo della struttura lignea, al fine di garantire una miglior risposta statica di un manufatto soggetto a carichi importanti. Oltre alle travi principali, secondarie ed ai travetti è stato sostituito un nuovo assito di supporto di 2 cm in larice: l’insieme, naturalmente, ha richiesto un calcolo dimensionale particolarmente cautelativo. Quando si opera in montagna, questa è la fase progettuale centrale: è infatti necessario confrontarsi con carichi anche dell’ordine di 7 quintali/mq dovuti alla neve oltre che al peso proprio del sistema, con luci non troppo estese.

Benché per il sottotetto non si prevedesse una destinazione abitativa, si è deciso di realizzare un sistema stratigrafico sulle falde inclinate:

  • sull’assito ligneo, poggiante sull’orditura primaria e secondaria, è stato posizionato uno schermo al vapore;

  • sopra allo schermo, un sistema coibente in polistirene espanso di 6 + 6 cm di spessore, adeguatamente fissato alla struttura;

  • sopra il coibente, una membrana di impermeabilizzazione secondaria a protezione dell’isolante;

  • al di sopra della membrana, una listellatura verticale di ventilazione della sezione di 8 x 3 cm;

  • infine i listelli portategola 6 x 5 cm e la tegola.


Stratigrafia tetto legno casa montagna

La selezione ed il dimensionamento del materiale isolante devono sempre essere valutati da un termotecnico esperto che verificherà l’adeguatezza dell’insieme valutando in special modo i  valori di trasmittanza, sfasamento e formazione di condensa interstiziale. E’ evidente che nelle zone montane l’esigenza prioritaria sia di rendere ermetica la struttura (per evitare dispersioni) e fare in modo che non si formi condensa all’interno del “pacchetto”. Quanto allo sfasamento estivo, un eventuale assorbimento da parte del sistema tetto del calore derivante dall’irraggiamento  – dovuto anche alla presenza di tegole scure - può realizzare un insperato beneficio termico, specie in prossimità delle ore serali quando, anche in estate, la temperatura scende significativamente.

Ugualmente determinante è la selezione dei materiali impermeabilizzanti: l’azione del gelo, in particolare, può risultare particolarmente dannosa: la neve presente sul tetto durante la giornata può infatti sciogliersi al sole, inzupparsi, per poi gelare in serata, “tirando l’acqua” verso l’interno della stratigrafia. Tale rischio è scongiurato e controllato proprio dalla presenza di membrane di impermeabilizzazione secondaria che gestiscono questi fenomeni oltre a quelli legati alla formazione di eventuale condensa.

Il manto e le tegole: il risultato finale

Scarica la scheda tecnica del tetto montano

La progettazione del sistema tetto dipende dalla zona geografica e climatica: in montagna è utile considerare tegole e coppi con una buona resistenza al gelo/disgelo ed un sistema di isolamento che trattenga il calore invernale.

Ricevi la scheda tecnica per realizzare al meglio una copertura di montagna.

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Tetti di casa in montagna

Il nuovo manto

I lavori di rifacimento della copertura si sono svolti nell’estate del 2021. Relativamente alla tegola, la scelta dell’impresario, di grande esperienza nella realizzazione di coperture montane, è ricaduta su un grande classico di BMI WIERER, la Doppia Romana, tegola di cemento molto diffusa in montagna:

  • per la compattezza del corpo tegola e la sua capacità di resistenza ai cicli di gelo e disgelo, tipici del luogo

  • per il suo profilo in cui l’onda bassa, che “innerva” ed irrigidisce la superficie, si alterna a ampi canali di deflusso, risultando così decisamente efficace nello smaltimento delle acque meteoriche

  • per la sua resistenza meccanica

  • per la sua facilità di posa.

A detta di chi opera costantemente sui tetti, “è una tegola davvero affidabile, che non dà mai problemi”. In un tetto di montagna diventa poi essenziale predisporre due particolari elementi del manto:

  • i paraneve, disposti secondo modalità definite da normative UNI in funzione del tipo di tegola, dell’altitudine e della pendenza delle falde, in montagna tendenzialmente e tradizionalmente elevata (normalmente attestata intorno al 60-70%); sono pezzi speciali atti a controllare lo scivolamento del manto nevoso, che potrebbe danneggiare cose e persone;

  • le tegole di aerazione, pezzi che vanno ad integrare i moti convettivi resi possibili dalle particolari soluzioni in gonda e in colmo unitamente alla doppia listellatura sottotegola e disposti in particolari posizioni, in relazione alla tipologia di tegola scelta ma tendenzialmente poste in corrispondenza di discontinuità, compluvi o falde particolarmente estese.

Tegole di aerazione e paraneve

Dispositivi anticaduta nel tetto in legno di montagna

Rammentiamo inoltre che, con certe inclinazioni delle falde, sarà importante anche prevedere opportuni sistemi di fissaggio sia delle tegole, sia dei pannelli isolanti.

Il manto è inoltre stato interessato dall’inserimento di dispositivi anticaduta – nel caso specifico puntuali -, obbligatori in zona qualora si realizzi un nuovo tetto o si intervenga sulla struttura portante esistente ma in ogni modo auspicabili per fare in modo che chiunque salga sul tetto per una qualsiasi azione manutentiva lo possa fare in sicurezza.

Infine su un tetto svolge una funzione importante anche la lattoneria, che interviene a protezione di zone particolarmente esposte e delicate. Questi sono i principali aspetti con cui ci si deve confrontare per rifare un tetto in montagna, naturalmente affidandosi alla consulenza di progettisti preparati e maestranze esperte.

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