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Il legno presenta delle caratteristiche che lo rendono indubbiamente vantaggioso in ambito edificatorio e possono riassumersi:
Lo contraddistinguono anche alcune caratteristiche da “controllare”. Il legno infatti:
Per questo diventa indispensabile:
Al suo comportamento anisotropo - che lo rende diversamente resistente a seconda della direzione con cui ci si confronta anche a parità di elemento - e alla sua variabilità dimensionale determinata dal condizionamento climatico, ha supplito, in tempi più recenti, il sistema lamellare, che consente di non subire limiti dimensionali e di scartare le parti non adatte. Inoltre permette di disporre di sezioni variabili e di realizzare elementi curvilinei.
Nelle pratiche di buona progettazione incide tanto la selezione del materiale più consono e qualitativo quanto la definizione accurata di ogni dettaglio costruttivo.
Se vogliamo valutare il legno rispetto ai benefici ambientali, economici, sociali che gli sottendono e quindi alla sostenibilità, dobbiamo pensare alla sua disponibilità, alla facile reperibilità ed al suo essere rinnovabile, grazie anche alle modalità di gestione forestale attuate in Europa, che negli ultimi tempi hanno visto un aumento della loro estensione.
Questa rinnovabilità naturalmente minimizza l’impatto sulle matrici ambientali aria, acqua e suolo.
Il legno è l’unico materiale che in fase di produzione non induce alcun effetto negativo, anzi il contrario. Gli alberi, crescendo, inglobano anidride carbonica sottraendola all’atmosfera, fissandola per sempre nel manufatto. Quindi non solo non si determinano emissioni di CO2 ma addirittura le stesse vengono assorbite e trattenute, contrastando in tal modo i cambiamenti climatici e limitando i fenomeni di effetto serra. La stessa UE riconosce questi benefici e afferma come “l’uso del legno e dei prodotti derivati dovrebbe essere maggiormente sfruttato sia a livello domestico che industriale in virtù della capacità di questo materiale di assorbire il carbonio”.
Le attuali tecnologie di lavorazione non solo determinano scarti minimi di materiale, ma incidono assai meno rispetto ad altri materiali da costruzione: l’inquinamento è prodotto sostanzialmente nelle fasi di esbosco, a causa dei gas di scarico delle macchine per il taglio dei tronchi e per il loro trasporto ma nelle lavorazioni successive si utilizzano soprattutto macchinari a energia elettrica.
L’impatto con il suolo è pressochè inesistente, grazie al fatto che tutte le lavorazioni avvengono a secco: questo genera anche valenze positive in fase di dismissione grazie alla facilità di smontaggio di elementi uniti tra loro attraverso soli giunti meccanici, ad una raccolta differenziata agevole ed al conseguente contenimento dei costi.
Lo smaltimento del legno può avvenire infatti in due modi: attraverso una nuova immissione del materiale nella catena produttiva, rendendolo materiale derivato (pannelli di particelle, MDF, pannelli di fibre, OSB) oppure utilizzandolo come combustibile, determinando di fatto un riutilizzo completo.
Approfondisci tutti gli aspetti progettuali della ristrutturazione del tetto in legno di un tetto a falde. Troverai stratigrafia e materiali utilizzati di una cantina vitivinicola.
I tetti in legno possono presentare una strutturazione differente a seconda della zona geografica nei quali si sono sviluppati e consolidati.
In termini di orditura principale, nel caso in cui non siano presenti elementi strutturali interni al vano sottotetto che si vuole coprire, ci si affida a capriate più o meno complesse, che non inducono azioni orizzontali sulle murature esterne e sono composte fondamentalmente da:
In genere, tuttavia, si realizzano due tipi strutturali principali.
Qualsiasi elemento disposto parallelamente alla linea di gronda è essenzialmente sollecitato a flessione deviata e taglio così come tutti gli elementi disposti ortogonalmente alla linea di gronda sono sollecitati a presso o tensoflessione e taglio, tenendo presente che di solito lo sforzo normale è massimo in zona di momento nullo. Per tutti questi elementi strutturali si dovrà effettuare una verifica di deformabilità.
A seconda della tipologia di tegole e/o coppi che si vogliono utilizzare per realizzare il manto ed anche delle consuetudini regionali, sulla piccola orditura delle coperture discontinue si potrà inserire:
La geometria della copertura nel suo complesso può essere semplice o articolata, a seconda del numero di falde e della loro composizione e darà luogo a tipologie differenti (monofalda, a capanna, a padiglione…).
Geometria del tetto, finiture e rapporto reciproco e coerente tra le parti costituenti l’involucro, determinano “l’architettura”. Ecco che pendenze elevate delle falde, unitamente a sagomature degli elementi lignei ed abbaini risultano perfetti in contesti montani.
La semplice capanna sottolinea la tradizione ma anche l’essenzialità della modernità. Le più recenti pendenze contenute su monofalde estese ci riportano a gusti più attuali ma non dimentichiamo che la struttura lignea, opportunamente trattata e finita, è adatta anche al mare, anche in soluzioni di copertura continua (piana). E’ chiaro che la funzionalità dei tetti e la loro durabilità dipenderà anche da come sono stati pensati e realizzati gli altri strati funzionali che oggi determinano una copertura.
E’ noto che se un tempo il tetto era formato semplicemente dalla struttura lignea su cui poggiava il manto di copertura, oggi invece subentrano fattori come:
Questi fattori impongono di strutturare la copertura secondo logiche più complesse, in cui differenti funzioni interagiscono tra loro, rendendo il tetto:
La struttura lignea realizzerà la “sede” di queste stratigrafie, influenzando a sua volta le scelte di soluzioni e materiali che permetteranno di definire la risposta funzionale più adeguata per ogni singola situazione, sia nella nuova copertura che in interventi come ristrutturazioni.
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Il progetto di una casa sostenibile certificata, ignifuga e antisismica, costruita con materiali naturali e un tetto con tegole Coppo del Borgo a base cementizia