Un tetto nuovo per villa Biancardi in stile liberty

Certe architetture di pregio costituiscono una preziosa testimonianza di storia, stile e affetti ma allo stesso tempo di difficile attenzione, cura e costi. Villa Biancardi rappresenta, invece, un interessante esempio di riconversione funzionale, grazie al “coinvolgimento” dell’immobile nel circuito professionale dei proprietari.
Villa Biancardi Coppo Titan BMI WiererVilla Biancardi Coppo Titan BMI Wierer
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La casa di famiglia

Villa Biancardi è una delle bellissime creazioni dell’arch. Gino Coppedè, famoso progettista fiorentino attivo – insieme ai suoi famigliari - a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Copioso è il suo lascito di realizzazioni, rintracciabili soprattutto a Genova ma anche in località toscane, a Messina, Roma, Napoli ed in molte altre città italiane. Fantasioso, nostalgico e particolarmente legato al concetto di “bottega artigianale” per derivazione familiare oltre che all’uso dell’ornato, fu così originale da portare alla definizione di un vero e proprio “stile Coppedè”: un riconoscibile assemblaggio eclettico di gusti e cultura italiana, che applicò a vasta scala, dal mobile a parti di città.


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La storica villa Biancardi

Matteo Biancardi, l’attuale proprietario che si è reso disponibile ad illustrarne la storia, racconta come la villa fu realizzata tra il 1906 ed il 1911 per il bisnonno: una nuova residenza familiare, all’epoca situata in una zona periferica non troppo distante dal centro storico di Codogno, ma soprattutto attigua all’azienda casearia di cui era titolare. La proprietà doveva essere composta dalla residenza principale, da una dependance e da un porticato d’accesso, da concepirsi secondo un filo conduttore stilisticamente omogeneo da immergersi in un ampio parco. Per volere del nonno tutto, specie in termini di affreschi e decorazioni di cui l’edificio è ricchissimo, devono rimandare alla vita agreste, alla ruralità ed ai piaceri della caccia. Architettura e arredi parlano lo stesso linguaggio, con un’attenzione che si riscontra in ogni minimo dettaglio. Lo stesso proprietario mostra con orgoglio sullo scalone principale la copia esatta del lampadario del Duomo di Firenze - tanto noto a Coppedè -  rappresentata nelle vecchie 2000 Lire. 

Utilizzata ancora nel 2005 dalla nonna, la casa viene abitata in seguito dagli eredi solo nei fine settimana, finché nel 2019 si comprende la necessità di deciderne la sorte: negli ultimi anni, infatti, si è assistito all’insorgere di alcuni fenomeni di degrado che debbono essere contrastati con manutenzioni di carattere straordinario

Matteo, che insieme alla moglie Luna Fantini possiede la società di Ristorazione Olympia srl, decide così di rilevare l’intera proprietà: la Villa diventa massima espressione della loro ristorazione ed è proprio qui che si organizzano matrimoni, eventi luxury privati, aziendali ed incoming.

Quando il tetto determina uno stile

Se osserviamo Villa Biancardi, rileviamo immediatamente quanto il tetto, la sua articolazione, la sua geometria ed i suoi dettagli connotino fortemente l’immobile ed insieme contribuiscano a descrivere e sottolineare la filosofia estetica Liberty.

Tipologie a padiglione e capanna si incrociano nell’assecondare gli sviluppi volumetrici sottostanti, collegandosi tra loro a quote diverse; falde uniche e piccoli spioventi posti più in basso proteggono gli accessi ed i passaggi; due torri svettano ad altezze differenti, arrivando a toccare, in un caso, i 33 metri di altezza (e permettendo di godere da lassù di una vista magnifica).

Oltre 40 falde determinano un meraviglioso gioco di pendenze, contropendenze e dislivelli. Ogni piccolo elemento anche di copertura esprime il gusto di Coppedè: i sostegni lignei sapientemente intagliati e decorati, le lattonerie “grottesche”, le emergenze sul tetto.

Matteo Biancardi ha compreso immediatamente come fosse prioritario intervenire sul tetto, ancora presente nella sua veste originaria: la struttura lignea risultava ancora funzionale sotto il profilo statico ma le romanelle di amianto - che realizzavano il manto – risultavano degradate, coperte da muschi e licheni ed in ogni modo da rimuovere per la loro consistenza materica. Era del tutto assente un sistema isolante, data la destinazione non abitativa dei locali sottotetto ma anche le logiche costruttive del periodo che vedevano nel “solaio” uno spazio freddo e inutilizzato.

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Il nuovo tetto di Villa Biancardi

L’intervento in copertura

In considerazione del futuro utilizzo di Villa Biancardi, messa a disposizione del pubblico per feste ed eventi che potranno così avere luogo in un contesto signorile, originario e autentico in ogni sua parte e valutando l’ampiezza degli ambienti disponibili, la Committenza ha deciso di non modificare la destinazione dei locali sottotetto. Per le verifiche statiche della struttura e la definizione di un nuovo manto compatibile - sotto il profilo stilistico - al progetto di Gino Coppedè, ci si è avvalsi dell’esperienza del geom. Calvi di Codogno che, ne ha curato l’iter amministrativo e la direzione dei lavori.

Per l’esecuzione dei lavori in copertura– iniziati nel giugno 2019 e terminati entro due mesi - ci si è invece affidati all’Impresa bergamasca ditta IMBERTI DANIELE & C. S.a.s., esperta nella realizzazione di coperture civili anche di pregio e nello smaltimento di amianto; la stessa, inoltre, aderisce a BMI RooPro, la rete di posatori certificati BMI estesa su tutto il territorio nazionale.

Se in termini di rifacimento del tetto non si sono evidenziate particolari difficoltà, diverso è stato l’approccio di tipo logistico ed inerente la sicurezza dei lavoratori, che ha richiesto un’organizzazione attenta ed accurata. Il ponteggio, infatti, ha necessitato di un disegno molto articolato oltre che dell’uso di una gabbia autoportante che permettesse di intervenire sulla torre più alta.

Villa Biancardi cantiere

Sotto il profilo dei materiali, invece, è stata posta una grande attenzione nei confronti della tegola sostitutiva, che doveva assicurare continuità formale per forma e colorazione in virtù di un doppio vincolo, architettonico e paesaggistico, gravante sulla villa e sulle sue pertinenze. 

Così, in collaborazione con la Soprintendenza, la scelta è ricaduta su Coppo Titan di BMI WIERER nella sua colorazione granito plus selezionata non tanto per la sua specifica funzionalità alle basse pendenze (qui peraltro non presenti), quanto per il profilo ampio e basso, privo di forme accentuate, che aderiva perfettamente agli stilemi del passato.

Questa tegola rappresenta in generale la soluzione ottimale qualora si disponga di falde a bassa pendenza, poiché garantisce la sua funzionalità impermeabilizzante fin al 10% (5,7°); essendo, inoltre caratterizzata da dimensioni maggiori (44,6x56 cm), necessita di essere posata in un numero di soli 5 pz/mq, permettendo un rapido approvvigionamento del materiale sul tetto ed una posa facilitata. 

L’inutilizzo dei sottotetti non ha comportato l’inserimento di una stratigrafia isolante ventilata; tuttavia, allo scopo di garantire un’ottima funzionalità rispetto all’impermeabilità all’acqua, si è optato per posizionare sull’assito ligneo di 4 cm di spessore la membrana traspirante Divoroll Universal 2S: una soluzione altamente traspirante (valore Sd=0,03), costituita da 4 strati in polipropilene ed un’armatura di rinforzo, ad elevatissima resistenza meccanica, al calpestio ed alla rottura, da sigillare nei sormonti con il nastro acrilico Divotape.

Tutta la lattoneria di raccordo è stata rifatta ex novo in rame, sagomata con dime speciali in modo da riproporre le stesse forme originarie e raccordata al sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche.

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