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“Abitare” è un concetto molto ampio: significa “essere riparati”, ma anche vivere ed esistere. La casa è il luogo in cui ci rifugiamo, il nostro “nido”: è l’immagine di noi stessi, dei nostri bisogni più profondi, la nostra memoria.
La nostra abitazione è un elemento inseparabile della nostra identità: questo non è così evidente a tutti ma, inconsciamente, percepiamo la sua funzione di “difesa” e “proiezione di noi”.
Ci dà sicurezza, ci ripara dall’“Altro”: dal mondo esterno, più o meno (s)conosciuto.
Ed è per questo che molte persone fanno fatica a separarsene, specie gli anziani, che invecchiati in quelle quattro mura, se allontanati, si sentono sradicati e spaesati.
Ciò che avviene nella casa, avviene dentro di noi.
La psicologia ha molto chiaro questo aspetto.
Tant’è vero che, per comprendere il rapporto che un bambino ha con la propria famiglia, gli specialisti lo sottopongono proprio al test sulla casa.
Questa rappresenta l’ambito fisico e psicologico in cui un bambino vive, cresce e struttura la sua personalità, tessendo una moltitudine di relazioni interpersonali; e così la disegna di frequente.
Se il bambino è felice e sereno tenderà a rappresentare una grande casa, accogliente, con le finestre aperte, un comignolo proporzionato e fumante, con tegole ben fatte e precise, una grande porta d’accesso magari sormontata da un archetto o altri decori. Anche esternamente un ampio vialetto conduce alla sua dimora; ci sono piante, fiori e aiuole.
Questa è la casa ideale della famiglia felice: la casa (e la famiglia) dei nostri sogni.
Quali sono i simboli presenti in copertura che possono esprimere sentimenti e sensazioni ed a cui ha senso dare importanza?
Analizziamone qualcuno (senza volerci sostituire agli psicologi…):
I simboli da analizzare ed a cui la psicologia attribuisce grande importanza sono molti altri:
Tutti questi elementi hanno un significato profondo.
Noi ci siamo soffermati sul tetto, che ben conosciamo e di cui tutti i giorni parliamo, tuttavia pensando raramente a quante implicazioni intime, della nostra coscienza, contenga.
Diamo spazio anche alla sua raffigurazione!
Impariamo ad osservare i nostri bambini: parlano anche senza usare le parole.