Analisi del contesto e sue specificità
L’edificio di cui ci occupiamo rappresenta il classico esempio di ristrutturazione con nuovo utilizzo del volume sotteso dalla copertura ai fini abitativi: una situazione frequente di riuso di spazi preesistenti - normalmente freddi ed inutilizzati - condizionata dalla necessità di disporre di altezze interne minime sufficienti, ma estremamente interessante perché permette di ampliare la disponibilità di luoghi abitativi senza dover “consumare” nuovo suolo.
Ci troviamo in Friuli, a 20 km dal suo capoluogo, in una zona collinare ai piedi delle Prealpi Giulie. Il clima locale è noto per la sua piovosità e l’intensità dei suoi venti; gli abitanti del posto ricordano bene anche le frequenti e copiose nevicate che però non si vedono più.
Quel che si ricorda molto bene, invece, è il terremoto che nel 1976 provocò enormi crolli e danni, andando a distruggere definitivamente l’abitato che ancora persisteva nonostante l’età avanzata degli edifici e le devastazioni delle guerre mondiali.
Dal sisma in poi l’insediamento è stato riedificato seguendo i nuovi criteri antisismici.
L’abitazione di cui ci occupiamo rappresenta l’unico caso di residenza in sasso sopravvissuta ai vari eventi distruttivi; è la classica casa di famiglia, sviluppatasi nel tempo attraverso l’agglomerazione spontanea per superfetazioni e che derivava dall’evoluzione nel tempo delle esigenze abitative della famiglia.
Realizzata nel 1870 e poi ampliata nel 1993, si trovava suddivisa in tre porzioni articolate, facenti capo a nuclei famigliari differenti ma imparentati tra loro, con parti private e locali comuni: scala e servizio igienico. Il padre dell’attuale proprietario ha acquistato le parti ereditate dagli altri e ha lasciato il tutto ai due figli, che un anno fa hanno avviato gli interventi di ristrutturazione ed adeguamento sismico.
L’immobile si trova appena al di fuori del limite del Centro Storico, pertanto non è soggetto a prescrizioni di carattere storico/architettonico.