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In molti di questi edifici religiosi è comune osservare processi di degrado determinati da infiltrazioni d’acqua che avvengono gradualmente sia dal suolo, per risalita capillare, sia dalle volte, a causa delle cattive condizioni in cui versano i tetti.
Normalmente le coperture con cui ci si confronta sono caratterizzate dall’orditura lignea primaria e secondaria e dal manto direttamente posto su questa.
L’acqua piovana, non trovando ulteriori strati protettivi, scende per gravità verso l’interno dell’edificio, viene assorbita dalle murature e dalle volte - in pietra ma soprattutto in laterizio (decisamente permeabile) - danneggiando in primo luogo gli strati superficiali, distaccando gli intonaci, degradando le eventuali pitture e gli apparati decorativi ed inficiando, nel lungo termine, le funzione statiche delle parti strutturali.
Il manto di copertura sovente risulta danneggiato o smosso per azione degli agenti meteorici; non di rado l’azione dell’acqua causa il degrado dell’orditura lignea. Anche le lattonerie presenti, il cui ruolo è rilevante nella raccolta e smaltimento delle acque, possono aver subito distacchi o corrosioni.
Quelle appena descritte sono le condizioni che sottendono all’intervento di consolidamento e restauro del Santuario di Boves. E’ l’architetto Luca Soave, curatore del progetto, a fornire informazioni sul luogo, primo Santuario in Italia dedicato alla Medaglia Misericordiosa e localizzato a Mellana, piccola frazione del Comune di Boves, nel cuore rurale del territorio cuneese.
Nonostante le apparenze, che fanno pensare ad un’architettura più datata, la prima pietra è stata posata nel 1902: l’edificio è stato realizzato secondo lo stile Neobarocco e l’interno, contenuto e raccolto, è una bomboniera ricca di decorazioni a sottolineare la grande devozione alla Vergine dei Raggi.
L’intero apparato murario è in muratura piena in mattoni; la copertura del Santuario è articolata: falde inclinate, a padiglione sulla parte centrale ed a capanna sugli altri corpi, si intersecano su una struttura lignea. Il manto precedente all’intervento era coperto da tegole marsigliesi, con alcuni inserti metallici nelle parti più delicate dell’innesto tra le falde ma la sua struttura lignea era presente da 120 anni: era indispensabile prevederne la sostituzione.
Il Parroco di oggi, Don Giuseppe Laugero, ripercorre una storia di manutenzioni ordinarie provvisorie, legate ad una disponibilità economica limitata dei suoi predecessori e alla generosità dei fedeli. Grazie ad una sua iniziativa, si avvia un vero e proprio intervento di restauro e risanamento conservativo, in collaborazione con la Sovraintendenza di Cuneo e suddiviso per step successivi.
Relativamente alle problematiche osservabili in copertura, le esigenze principali erano legate alla necessità di:
A fronte di ciò si è intervenuti con operazioni di:
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Il manto di copertura rappresenta il primo strato del tetto atto a contrastare le acque piovane ed il pericolo di infiltrazioni, principale problematica riscontrata in questo rifacimento. La scelta è ricaduta sul Coppo di Grecia naturale di BMI Wierer, garantito 30 anni, caratteristica di particolare importanza considerando i frequenti cicli di gelo e disgelo che caratterizzano il clima locale. Questa tegola è:
La funzionalità del tetto è assicurata anche dall’aver posato tutti i pezzi speciali necessari: colmi, finali, sottocolmi, elementi in gronda.
Tra questi, particolare attenzione va prestata alle tegole paraneve, coordinate con il modello selezionato, la cui quantificazione e disposizione è dettata dalla norma NTC 17/01/2018 “Nuove norme tecniche per le costruzioni” Circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 2/2/2009 n°617 in funzione della zona climatica, della pendenza della falda e dell’altitudine del posto.
Un capitolo a parte, non meno importante, è rappresentato dai dispositivi anticaduta necessari per rispettare la normativa vigente in Piemonte, oltre che per assicurare ai futuri operatori che si occuperanno della manutenzione di lavorare in sicurezza.
La copertura, in considerazione della valenza storico-artistica del Santuario, ha visto l’inserimento di elementi che riducono l’impatto estetico pur nel rispetto dei requisiti geometrici ed ergonomici previsti per i sistemi anticaduta.
Come è possibile evincere dallo schema distributivo allegato, sono stati previsti dispositivi di tipo A, quindi puntuali, sia nella versione adatta al manto in tegole, sia per le parti di copertura realizzate in rame.
Un ringraziamento speciale al Parroco, Don Giuseppe Laugero e al progettista dell’intervento, arch. Luca Soave, via Peveragno, 11 – Cuneo