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Documentazione BMI

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  • Documentazione BMI

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La principale finalità dei CAM è la prevenzione e la riduzione degli impatti ambientali in tutte le fasi dell’appalto pubblico: dalla gara, alla progettazione, all’esecuzione dei lavori. L’attenzione viene rivolta principalmente ad alcuni aspetti, quali:

  • la conservazione degli habitat nel luogo di intervento
  • l’incremento dell’ efficienza energetica per la riduzione dei consumi
  • il contenimento delle emissioni di sostanze pericolose in ambienti interni e il miglioramento del comfort indoor
  • l’illuminazione naturale l’utilizzo di
  • materiali locali ed eco-compatibili
  • specifiche per la scelta di impianti di riscaldamento ed idrico-sanitario

Relativamente ai CAM per i componenti edilizi, vengono definiti criteri comuni e criteri specifici per ognuno di essi, allo scopo di indirizzare le scelte verso elementi rispondenti ai principi dell’economia circolare, ovvero che si richiamino all'intero ciclo di vita dei singoli prodotti e del progetto nel suo complesso.
A livello di criteri comuni a tutti i componenti edilizi, si dovrà verificare:

  • la disassemblabilità a fine esercizio
  • il contenuto di materiale recuperato (da non considerarsi scarto ma portato ad un nuovo ruolo utile, e quindi riutilizzato tal quale o in seguito a trattamenti ) o riciclato (materiale di rifiuto, trattato al fine di ottenere nuovi prodotti, sostanze o materiali da usare per nuovi fini o per gli stessi per cui era stato concepito) sul totale dei materiali utilizzati e dei sottoprodotti (materiali  non considerati rifiuti ma oggetti ulteriormente utilizzabili)
  • la presenza di sostanze pericolose

Vi sono, inoltre, dei criteri specifici, a seconda dei prodotti,  tesi a:

  • la riduzione di impiego delle risorse non rinnovabili
  • la riduzione di produzione di rifiuti e lo smaltimento in discarica, con particolare riguardo ai rifiuti da demolizione e costruzione (con l'obiettivo di recuperare e riciclare entro il 2020 almeno il 70% dei rifiuti non pericolosi da costruzione e demolizione).

Il progetto deve pertanto prevedere l'uso di materiali che verifichino determinate prescrizioni ambientali con particolare attenzione al contenuto di riciclato.
Questi concetti, attraverso il Decreto Rilancio, sono stati estesi all’ambito privato, al momento limitatamente ai materiali isolanti.

Consolidamenti statici


I muri di spina preesistenti erano stati forati per far posto a canalizzazioni e cavedi; ciò aveva compromesso la natura statica ed il colmo, che su questi poggiava, risultava fortemente instabile.


Completo rifacimento della struttura


Travi principali e secondarie, assito e listellatura vengono dimensionati e realizzati ex novo, naturalmente in legno, visto il contesto.


Realizzazione del “pacchetto” statigrafico


Come richiesto dalla normativa recente è necessario predisporre le stratigrafie del tetto. Inoltre, sono stati inseriti i dispositivi anticaduta, sempre secondo la legge.


Manto di copertura


La prima proposta avanzata dai proprietari riguarda una soluzione metallica.
Il ruolo del progettista è stato fondamentale per convincere i proprietari ad adottare una soluzione che si adattasse sia alla tipologia di fabbricato sia al contesto urbano.


Quando i lavori sembravano concluse è emerso un nuovo problema: 48 canne fumarie che confluivano direttamente sulla struttura lignea e sull’isolante in fibra di legno; tante erano le teste di camino ed ogni testa scaldava una stanza.


Che soluzione adottare?


L’inserimento di canne fumarie in acciaio da subito si dimostra eccessivamente oneroso, vista la lunghezza degli stessi rispetto ai vari piani. Ma per abitanti (ed amministratore) diventa prioritario fare in modo che nessuno, né oggi e né domani (quando non si avrà più memoria di questa configurazione), si accorga della presenza delle vecchie sedi dei camini, le apra e decida di accendere un romantico fuocherello in inverno, mettendo a repentaglio la vita di tutti gli abitanti del fabbricato e la sicurezza dello stabile.



È così che il Direttore Lavori, in accordo con la Proprietà, decide di intervenire attraverso la modifica del Regolamento di condominio, che vieterà l’utilizzo dei cavedi rimanenti se non dietro la presentazione di accurati progetti e verifiche, mantenendoli inalterati come servitù all’uso.



I lavori iniziano e si concludono nel 2018:

  • una struttura nuova in legno lamellare
  • tetto dotato di una adeguata camera di ventilazione (che l’Amministrazione richiede pari a 7 cm)
  • strato isolante in fibra di legno, membrane performanti e tegole in laterizio, come meglio si addice al fabbricato (benché non vincolato) ed all’intorno urbano

 

Per questo la Direzione Lavori, su consiglio dei proprietari, sceglie il Coppo Domus: una tegola in laterizio curvilinea, dall’estetica tradizionale ma dal profilo in grado di superare le difficoltà oggettive presentate dal coppo tradizionale.

Questa tipologia di tegola, infatti, si ancora alla listellatura e si incastra lateralmente, risultando stabile ed impermeabile agli agenti atmosferici.