Le fonti rinnovabili e il nuovo pannello fotovoltaico InDAX integrato

Il dibattito sulle fonti rinnovabili è ormai sempre più attuale ed acceso insieme alla crescente necessità di porre una maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente e dell’approvvigionamento energetico. Vediamo cosa sta accadendo e come possiamo portare avanti queste istanze magari utilizzando il tetto come sede di nuove fonti, come il fotovoltaico.
sistema fotovoltaico Indax
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Quando occorre una nuova cultura energetica ed ambientale

Gli ultimi anni sono stati duri e ci hanno posto tanti interrogativi; molti di questi erano già evidenti ma come spesso avviene bisogna arrivare a situazioni “estreme” per trovare risposte energetiche alternative, concrete. La pandemia prima, la guerra in Ucraina oggi, non fanno che amplificare la grossa crisi energetica che da decenni viviamo. Ed oggi più che mai è necessario rivolgerci alle fonti rinnovabili, sensibilizzando le persone che ancora non hanno preso in considerazione soluzioni alternative e più pulite di produzione di energia attraverso  sistemi quali:

  • fotovoltaico

  • biomasse

  • geotermia

  • produzione idrotermica ed eolica.

E’ evidente a tutti quanto sia necessario rendersi il più indipendenti possibile in termini di approvvigionamento energetico, ridurre il costo dell’energia che ha raggiunto valori elevati mettendo in ginocchio famiglie ed imprese allontanandoci poco per volta dalle fonti fossili, senza trascurare la dovuta attenzione nei confronti della tutela del territorio e del patrimonio architettonico storico-artistico.

Per far questo sono tante le Amministrazioni Pubbliche che stanno cercando di trovare soluzioni di semplificazione delle procedure di installazione di impianti fotovoltaici in aree idonee: tra queste le coperture delle abitazioni, le aree industriali, gli spazi disponibili lungo le arterie autostradali e le ferrovie ma anche i suoli liberi, senza compromettere le colture o comportare ulteriori consumi di terreno. Naturalmente si dibatte sulla necessità di semplificare gli iter autorizzativi (al fine di ridurre i tempi burocratici) anche per sistemi di accumulo e fotovoltaici nei centri storici, garantendo maggior efficacia anche agli edifici più datati pur nel rispetto e nella tutela dei borghi e delle aree di pregio paesaggistico ed architettonico.

Ma perché siamo ancora a questo punto? E’ evidente che dietro a queste situazioni vi siano interessi economici e politici importanti. Ma è anche altrettanto vero che sono ancora tanti i pregiudizi rispetto a queste soluzioni alternative.

Tra queste:

  1. Per alcuni le fonti rinnovabili sono viste come soluzioni ancora troppo costose, ma questo valeva fino a pochi anni fa; oggi il loro maggior peso sul mercato e gli incentivi attivati ne hanno ridotto il costo. L’Italia è ancora un po’ lontana dalla media mondiale a causa della lunghezza degli iter autorizzativi, del costo della manodopera ma si stima che questi costi possano ridursi ancora fortemente, specie se ci si confronta con i prezzi attuali di gas e carbone;

  2. Fonti rinnovabili sono considerate dai più scettici  “tecnologie di nicchia”: marginali, anti economiche e non competitive rispetto alle fonti fossili. Per questi soggetti rivolgersi alle fonti rinnovabili significa essere un po’ sognatori e considerano il carbone ed il gas l’unica risposta concreta (per alcuni anche il nucleare). Ma se fino a pochi anni fa, in effetti, le fonti rinnovabili rappresentavano solo il 30% della produzione elettrica mondiale, secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia nel 2020 i nuovi impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili hanno più che raddoppiato la produzione da fossili/nucleare, così come l’80% delle nuove centrali elettriche realizzate nel mondo, sempre nel 2020, sono costituite da fonti rinnovabili, soprattutto eolico e fotovoltaico. Si sta assistendo così ad un superamento importante rispetto alla “tradizione”;

  3. In tanti temono il loro funzionamento incostante, legato agli eventi atmosferici. Lo sviluppo dei sistemi di accumulo, tuttavia, ha ridimensionato questo problema e sempre più si parla di comunità energetiche, che permetterebbero di diversificare le rinnovabili, gestire in modo ottimale la loro mancanza di programmabilità e di renderle sempre più efficaci e sicure;

  4. C'è poi chi ritiene che non ci sia spazio sufficiente per questi impianti e che per far fronte alla nostra domanda sempre crescente di energia si rischi di deturpare l’ambiente. Tuttavia è proprio l’ambiente ad essere la vittima principale dei combustibili fossili; inoltre sole e vento sono largamente disponibili (specie in Italia), gratuitamente, non inquinano e non si esauriscono. Spesso è proprio il pannello solare/fotovoltaico ad essere considerato il maggior responsabile di deturpamento. Recenti studi hanno dimostrato come per sostituire integralmente l’attuale produzione di elettricità con il fotovoltaico, dovremmo utilizzare circa 200mila ettari di superficie: meno dello 0,7% della superficie del nostro paese, ovvero meno di un decimo della superficie oggi coperta dal costruito: edifici, strade, parcheggi, industrie. O ancora: il 5% della superficie agricola non utilizzata.

  5. Infine: in molti temono che le fonti rinnovabili riducano i posti di lavoro di coloro che oggi  sono impiegati negli impianti tradizionali e portino benefici economici solo alla Cina. Nella realtà nel mondo fossile gran parte della spesa riguarda il pagamento dell’energia ai paesi che la possiedono e la vendono e solo in minima parte per mantenere le famiglie dei loro addetti. Nelle fonti rinnovabili, invece, la parte maggiore del denaro viene spesa subito per la realizzazione e l’installazione degli impianti, con una parte minore legata alla manutenzione ordinaria. Si stima che il modello rinnovabile sia a più alta intensità di occupazione e distribuisca maggiormente la ricchezza sul territorio. Sono sempre in crescita, inoltre, gli operatori che lavorano nel campo delle rinnovabili (circa 90mila persone). Inoltre i soldi vengono spesi soprattutto nell’attività di progettazione, installazione e manutenzione degli stessi, cosa che avviene localmente. Si pensi all’eolico: le grosse dimensioni dei componenti richiedono una produzione locale. Ad esempio in Italia, a Taranto, è presente una fabbrica di turbine eoliche di una multinazionale spagnola che occupa un numero considerevole di addetti. Relativamente al fotovoltaico invece la dipendenza dalla Cina riguarda “solo” il wafer di silicio, mentre celle, moduli ed inverter possono essere nazionali. E su tutto il sistema non c’è che da investire (cft. con il documento del Ministero dello sviluppo economico “PNRR – Interventi per la filiera delle rinnovabili”).

Fotovoltaico integrato InDaX

Navigazione veloce

InDAX: il nuovo pannello fotovoltaico integrato di BMI Wierer

A fronte delle considerazioni sopra esposte, il tetto rappresenta la soluzione ottimale per posizionare il sistema fotovoltaico, considerando che di recente c’è stata una certa apertura anche relativamente alle coperture degli edifici adiacenti (benchè in proprietà, ovviamente), potendo beneficiare dei Bonus al 110%. Questo perché, relazionandosi con l’esposizione dell’edificio ed ottimizzandone il rendimento, si sfrutta una superficie ben esposta, diversamente non fruibile, evitando di gravare sul suolo e celandosi alla vista.

La versione integrata, poi, risulta ancor meno impattante di altre soluzioni in appoggio sul manto.

BMI Italia propone BMI Wierer InDAX, un pannello fotovoltaico integrato dalla duplice funzionalità: produce energia elettrica da fonte rinnovabile (quindi pulita) e nel contempo assicura l’impermeabilità dell’area su cui è posizionato, sostituendo di fatto il manto di copertura.

Compatibile con qualunque profilo di tegole e coppi – dalle più tradizionali a quelle più lineari e contemporanee -  si monta facilmente su listellatura lignea come indicato nel manuale tecnico di posa recentemente aggiornato. Ogni pannello ha una potenza di 365 Wp, dimensioni pari a 1.842x1.047 mm, dimensioni modulo installato pari a1.778 x 1.047 mm e peso m2 di circa 12,9 kg.

Montaggio del pannello fotovoltaico integrato BMI Wierer InDAX

Montaggio semplice, flessibile e rapido grazie ai set preconfigurati e relative estensioni orizzontali/ verticali

Fase 1 InDAX

Fase 1

InDAX posa2  pannello fotovoltaico integrato

Fase 2

InDAX Fase 3

Fase 3

InDAX Fase 4

Fase 4

Scarica la brochure sul sistema fotovoltaico BMI Wierer InDaX

Ricevi la scheda tecnica sul pannello fotovoltaico integrato InDaX, per una copertura più efficiente.

fotovoltaico Indax

Un esempio di installazione del pannello fotovoltaico integrato BMI Wierer InDaX

Il tetto con pannelli fotovoltaici integrati BMI Wierer InDaX installato insieme alla tegola a base cementizia Tegal Innotech protector reflex grigio perla: un esempio di scelta sostenibile in copertura.

sistema fotovoltaico Indax

BMI Wierer InDaX può essere installato su qualunque copertura con pendenza compresa tra i 12,5° e i 65°(quindi minimo 22% di pendenza di falda), mantenendo la sua funzione di impermeabilizzazione alla pioggia e garantendo la ventilazione sottostante. Resiste alle precipitazioni, ai forti carichi di vento, neve oltre che ad un carico uniformemente distribuito pari a 551 kg/mq.

Per verificane la compatibilità con la geometria del tetto e valutarne la massima efficienza, può essere utile confrontarsi con BMI EXPERT, il servizio di consulenza tecnica gratuito disponibile su tutto il territorio nazionale per progettisti, imprese, privati e rivendite: un passaggio interessante per disporre di ulteriori indicazioni sia progettuali, sia esecutive.




Chiedi un supporto gratuito a BMI Expert

Se devi realizzare un progetto puoi chiedere un supporto tecnico al team di BMI Expert. Potrai confrontarti per definire la soluzione migliore per le tue esigenze di progettazione ricevendo anche un fascicolo tecnico.

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